Banche: un secondo semestre particolarmente sfidante
Il secondo semestre del 2025 si prospetta come una sfida significativa per le banche europee, dopo un primo semestre straordinariamente positivo. Nonostante il forte rialzo registrato nel primo semestre — con l’indice Stoxx 600 Banks in crescita di oltre il 28%, il miglior risultato da quasi trent’anni — molti degli elementi che hanno sostenuto questa performance sembrano già pienamente prezzati, lasciando poco spazio a ulteriori sorprese positive nei mesi a venire.
Secondo Johann Scholtz di Morningstar, il re-rating del settore ha riflesso un ritardo nella piena incorporazione del miglioramento strutturale della redditività delle banche europee, emerso grazie all’uscita dai tassi negativi nel 2022. Tuttavia, ora che i tassi sono in discesa, l’impatto positivo sulle marginalità si sta attenuando, e molti degli aggiustamenti di bilancio e delle ristrutturazioni già effettuati (chiusura di filiali, tagli ai costi, rafforzamento patrimoniale) sono già avvenuti o in fase avanzata, limitando il potenziale di ulteriori incrementi di redditività.
Inoltre, la mancanza di catalizzatori forti per il secondo semestre rappresenta un ostacolo. Se nel primo semestre le banche hanno beneficiato di buoni risultati nell’investment banking (come per Deutsche Bank e Barclays) e di un aumento delle attività di M&A (in particolare in Europa meridionale), nel secondo semestre ci si aspetta una normalizzazione dei volumi, mentre le tensioni macroeconomiche e politiche potrebbero erodere la fiducia e l’attività di prestito.
Anche le operazioni di M&A, sebbene dinamiche, sono complesse e soggette a ostacoli regolamentari e politici, come dimostrano i casi di UniCredit con Commerzbank e Banco BPM o di BBVA con Sabadell. Inoltre, le valutazioni di molte banche sono già salite a livelli che rendono difficile giustificare ulteriori acquisizioni, come ammesso dallo stesso CEO di UniCredit in riferimento a Commerzbank.
Un ulteriore elemento di rischio riguarda la qualità del credito. Scholtz segnala possibili rischi legati alla riduzione delle rettifiche su crediti o a un aumento dei tassi di insolvenza, che potrebbero deteriorare i bilanci in assenza di una crescita significativa degli impieghi o dei margini.
Infine, anche se alcune banche europee stanno beneficiando del boom della difesa, grazie alla spinta del programma “ReArm” e all’allentamento delle regole fiscali in Germania, il contributo di questo settore alle performance bancarie resta per ora più tematico che strutturale, e non è sufficiente da solo a trainare l’intero comparto.
In sintesi, dopo un primo semestre trainato da rivalutazioni, solidi risultati e aspettative positive, il secondo semestre si apre all’insegna della prudenza: il potenziale di ulteriore upside appare limitato, mentre si moltiplicano i rischi al ribasso legati a fattori macro, tassi, credito e regolamentazione. La sfida per le banche europee sarà dunque quella di difendere la redditività in un contesto meno favorevole, con meno margine di manovra e con investitori ora più esigenti.