Bessent: La Riorganizzazione Globale delle Catene di Fornitura e il Ritorno della Deflazione”
In questo breve articolo riportiamo un estratto della newsletter inviata da Bessent agli investitori del fondo da lui gestito, il Key Square. In tale estratto si evince la sua view sul futuro andamento dell’inflazione e delle catene di fornitura a livello mondiale con ovvi impatti sulle mosse future di politica monetaria e sul ciclo macro.
“Dopo l’ondata di disordini delle catene di approvvigionamento causata dalla pandemia, combinata con la volontà di ridurre la dipendenza da avversari strategici (come la Cina), l’amministrazione Biden ha sovvertito oltre 40 anni di pensiero economico neoliberale (il cosiddetto “Washington Consensus”). I politici statunitensi hanno adottato un ruolo governativo più ampio nell’allocazione delle risorse, con conseguenti deficit di bilancio più elevati.
Questa mossa verso un governo più grande ha portato inizialmente al “fuoco” dell’inflazione, poiché le risorse sono state dirette verso la duplicazione delle catene di approvvigionamento, in particolare nei settori strategici come i semiconduttori (CHIPS Act) e le tecnologie verdi (Inflation Reduction Act). Da quando il CHIPS Act e l’Inflation Reduction Act sono stati approvati, gli investimenti manifatturieri negli Stati Uniti sono aumentati considerevolmente, così come l’occupazione nelle costruzioni non residenziali. Questa ondata di investimenti ha inizialmente aggravato l’inflazione, già stimolata dalle interruzioni causate dalla pandemia.
Tuttavia, Bessent ritiene che presto l’economia statunitense inizierà a sperimentare il “ghiaccio” della deflazione dei prezzi dei beni, poiché il mondo si trova a dover affrontare una notevole capacità in eccesso nei prodotti verso i quali il governo ha diretto i propri investimenti. Inoltre, la Cina ha avviato un boom di investimenti indirizzati verso industrie verdi e manifattura high-tech, simili a quelli degli Stati Uniti. La capacità produttiva globale eccedente, unita alla sovrapposizione delle iniziative cinesi e americane, porterà a un impulso deflazionistico sui prezzi dei beni a livello globale.
Bessent prevede che questa dinamica possa essere paradossalmente molto positiva per le azioni statunitensi. La situazione attuale potrebbe ricordare la fine degli anni ’90, quando una serie di crisi dei mercati emergenti (Messico, Russia, Asia) ha innescato un periodo prolungato di deflazione dei prezzi delle importazioni negli Stati Uniti, consentendo alla Federal Reserve di abbassare i tassi d’interesse e mantenerli relativamente bassi nonostante il boom dell’economia domestica. Questa politica facilitò la bolla delle dot-com. Sebbene Key Square non preveda una crisi dei mercati emergenti simile a quella degli anni ’90, crede che molti esportatori manifatturieri subiranno una forte pressione a causa della futura “tsunami” di esportazioni cinesi.”