Considerazioni delle case di investimento sugli effetti delle manovre fiscali cinesi
Considerazioni delle case di investimento sugli effetti delle manovre fiscali cinesi
Le recenti manovre fiscali adottate dal governo cinese per stimolare l’economia hanno suscitato reazioni contrastanti da parte delle principali case di investimento. Sebbene il pacchetto di misure sia stato ufficialmente presentato di recente, le aspettative di una svolta decisiva non sono state soddisfatte, lasciando molti investitori incerti sui reali impatti di tali politiche.
Stimolo fiscale e obiettivi
Le misure annunciate dal governo cinese sembrano concentrarsi su alcuni settori chiave, come il debito locale, il rischio finanziario e il settore immobiliare. Tuttavia, secondo gli analisti, l’approccio del governo appare ancora troppo limitato rispetto alle dimensioni dei problemi economici da affrontare. Le previsioni indicano che si tratterà di un processo iterativo, con aggiustamenti progressivi delle politiche per raggiungere gli obiettivi, principalmente rivolti a stimolare i consumi interni di marchi nazionali.
Misure specifiche del pacchetto
- Debito locale: Il ministro delle Finanze cinese, Lan Fo’an, ha annunciato un programma di scambio di debito su larga scala per sostituire i debiti impliciti delle amministrazioni locali. Si stima che questo programma possa raggiungere i 10 trilioni di yuan entro la fine del 2028.
- Settore bancario: Il Ministero delle Finanze aggiungerà capitale azionario alle sei principali banche statali attraverso l’emissione di obbligazioni del Tesoro speciali, cercando di ridurre il rischio finanziario sistemico.
- Settore immobiliare: Saranno consentite le obbligazioni locali speciali per acquistare terreni e case invendute dai costruttori, ma molti analisti ritengono che questo non sarà un punto di svolta, rappresentando solo un’ulteriore fase del piano di salvataggio immobiliare.
Impatto previsto sull’economia
Nonostante il pacchetto fiscale rappresenti un passo nella giusta direzione, il suo impatto sul PIL e sulla crescita complessiva sembra limitato. Secondo Zhaopeng Xing, Senior China Strategist di ANZ, la crescita del PIL per il 2024 è prevista al 4,9%, mentre per il 2025 scenderà al 4,3%. I rischi legati al debito locale saranno gestiti con un programma di ristrutturazione che, però, non si tradurrà in un immediato incremento della crescita.
Inoltre, nonostante l’aumento delle emissioni obbligazionarie sovrane e locali previste (circa 12 trilioni di yuan tra nuove emissioni e obbligazioni locali), il supporto diretto ai consumi rimane limitato. Le aspettative di stimolare una crescita del consumo privato non sembrano trovare supporto nelle politiche annunciate, con il rischio che l’economia rimanga esposta a una pressione deflazionistica.
Critiche e aspettative future
Le reazioni delle case di investimento si sono concentrate sulla mancanza di dettagli concreti e di un’azione più incisiva da parte del governo. Molti si aspettavano un pacchetto fiscale molto più aggressivo, ma le politiche annunciate finora sono state descritte come “vaghe” e “modeste” rispetto alle attese. Gli investitori attendono ora la riunione del Congresso Nazionale del Popolo alla fine di ottobre per ulteriori dettagli su eventuali misure aggiuntive.
Alcuni analisti sottolineano come le autorità cinesi mostrino una certa riluttanza ad adottare politiche di stimolo diretto sui consumi. Questo atteggiamento sembra essere legato all’ideologia prevalente a Pechino, che tende a scoraggiare il welfare e il consumismo di massa, favorendo piuttosto la crescita del settore produttivo e industriale.
Conclusione
Le misure adottate dal governo cinese finora non sembrano sufficienti per stimolare una ripresa economica sostenuta. Il pacchetto fiscale si concentra maggiormente sulla gestione del debito e sul sostegno al settore bancario e immobiliare, ma il suo impatto sulla domanda interna e sulla crescita rimane incerto. Gli investitori continuano a monitorare attentamente l’evoluzione delle politiche fiscali, sperando in una maggiore chiarezza e in azioni più incisive da parte del governo.