Come chiudera’ il 2025 lo S&P500? Quali le proiezioni degli analisti?

Con il 2024 ormai agli sgoccioli, è tempo di previsioni sul prezzo di chiusura dell’S&P 500 per il 2025. Analisti e operatori del settore si stanno sbizzarrendo con le loro stime, e il numero magico, questa volta, è 6.678,18. Ebbene sì, secondo l’approccio bottom-up, l’S&P 500 chiuderà tra un anno con un rialzo del 9,8% rispetto al valore di chiusura dell’11 dicembre, pari a 6.084,19. Per chi si chiedesse cosa significhi approccio bottom-up, ecco la versione breve: si sommano le stime di prezzo per ogni azienda dell’indice fornite dagli analisti di settore e si ottiene il target complessivo.

Ora, tuffiamoci nei dettagli settoriali, perché ogni buona storia ha bisogno di un po’ di pepe. Tra i settori che si preparano a festeggiare il nuovo anno con il botto, troviamo il Health Care (+19,7%), i Materials (+16,8%) e l’Energy (+16,7%). Non è un caso: questi settori sembrano avere ancora margine di crescita significativo rispetto ai loro target price. Dall’altra parte della medaglia, il Consumer Discretionary rischia di fare una brutta figura, con un calo previsto del 3,3% rispetto al prezzo di chiusura attuale. Sembra che, per quest’ultimo, il regalo di Natale sia arrivato con una nota di scuse.

E non è tutto. Anche a livello aziendale ci sono vincitori e vinti, con dieci titoli che spiccano per le differenze più marcate tra il prezzo obiettivo e quello di chiusura. Alcuni sono destinati a brillare, altri a scivolare un po’ più in basso. Ma queste sorprese, si sa, sono il sale dei mercati.

Adesso però arriva la domanda da un milione di dollari: quanto sono affidabili queste previsioni? Beh, non troppo. Alla fine del 2023, il target price dell’S&P 500 per il 2024 era fissato a 5.131,92. Alla chiusura dell’11 dicembre, l’indice ha invece toccato quota 6.084,19, il che significa che gli analisti hanno sottovalutato il mercato del 15,7%. Una discrepanza importante, ma non del tutto inaspettata. Infatti, se guardiamo ai 20 anni precedenti, gli analisti hanno generalmente sovrastimato il prezzo di chiusura dell’indice, con una differenza media del 6,9%. Insomma, è più probabile che si sbaglino per eccesso, anche se negli ultimi cinque anni — eccezion fatta per uno — hanno curiosamente sottostimato il valore finale.

Ecco un esercizio di realismo finanziario: applicando l’errore medio del 6,9% all’attuale target bottom-up, il prezzo di chiusura dell’S&P 500 per il 2025 scenderebbe a 6.215,94, un valore comunque superiore del 2,2% rispetto alla chiusura dell’11 dicembre. Non è male, certo, ma è anche un promemoria che le previsioni, per quanto sofisticate, rimangono sempre una miscela di calcolo e ottimismo.

In conclusione, mentre ci avviciniamo al nuovo anno con le borse cariche di speranze e timori, ricordiamoci che le stime degli analisti sono come le previsioni meteo: utili, ma da prendere con una buona dose di scetticismo. L’unica certezza? Il mercato troverà sempre un modo per sorprendere, nel bene e nel male.