Le tariffe di Trump e il settore agricolo
Il tempo stringe per gli Stati Uniti nel concludere nuovi accordi commerciali, in particolare con la Cina, per evitare quella che il Segretario al Tesoro ha definito una guerra dei dazi “insostenibile”. Tuttavia, nel settore agricolo americano il danno è già evidente: le esportazioni stanno crollando, con cancellazioni di ordini, licenziamenti e gravi perdite economiche.
Le esportazioni agricole verso la Cina, uno dei principali mercati, stanno subendo forti riduzioni. Recentemente, la Cina ha cancellato il più grande ordine di carne di maiale dagli USA dal 2020. Exportatori di prodotti come semi, legname e fieno segnalano cancellazioni improvvise, blocchi di merce nei porti e aumenti insostenibili dei costi logistici. L’impossibilità di trovare mercati alternativi che assorbano i volumi destinati alla Cina sta facendo calare i prezzi dei prodotti, peggiorando la crisi.
Il porto di Oakland, cruciale per l’export agricolo, è particolarmente vulnerabile, dato il suo equilibrio tra importazioni ed esportazioni. Una contrazione dei volumi commerciali rischia di compromettere l’occupazione locale e l’economia regionale.
In aggiunta, nuove misure approvate (SHIPS Act) impongono costosi diritti di attracco alle navi cinesi nei porti USA, esacerbando ulteriormente i problemi: mentre le esportazioni agricole sfuse sono esentate, quelle containerizzate — che rappresentano la parte più preziosa delle esportazioni agricole americane — non lo sono ancora.
Gli esportatori chiedono urgentemente esenzioni dai nuovi costi e un cambio di rotta nelle politiche commerciali, temendo che, senza interventi rapidi, i danni diventino irreparabili.