Banche USA: attenzione alle small banks!

1. Performance azionaria

Le azioni del settore bancario continuano a sottoperformare rispetto all’indice S&P 500, con un calo significativo del valore delle banche regionali. La debolezza di queste ultime è attribuita principalmente alla revisione al ribasso delle aspettative sugli utili e alle sfide che affrontano per mantenere la crescita in un contesto economico incerto. La crisi della Silicon Valley Bank (SVB) ha contribuito ad aumentare i timori degli investitori riguardo alla solidità delle banche regionali, portando a una riduzione delle valutazioni. Le grandi banche, invece, hanno mostrato una maggiore resilienza grazie a una base di finanziamento più diversificata e a una migliore capacità di attrarre depositi.


2. Prestiti e liquidità

La crescita dei prestiti bancari si è dimostrata eterogenea:

  • Grandi banche: Hanno registrato un’accelerazione nella crescita dei prestiti, sostenute da una maggiore domanda di credito da parte di grandi aziende e consumatori.
  • Banche più piccole: Hanno rallentato il ritmo di concessione del credito a causa delle difficoltà di funding e delle pressioni sui margini derivanti dall’aumento dei costi di finanziamento.

La crisi di SVB ha messo in evidenza vulnerabilità sistemiche nel settore, soprattutto per quanto riguarda la gestione della liquidità. Molte banche regionali e piccole hanno visto un aumento della sensibilità al rischio tra i depositanti, spingendo verso un trasferimento di fondi verso istituti finanziari di maggiori dimensioni o verso strumenti di investimento più sicuri, come i fondi del mercato monetario.


3. Perdite non realizzate

Le perdite non realizzate sui portafogli di titoli delle banche rappresentano una delle sfide più gravi per il settore. Queste perdite, che ammontano a 364 miliardi di dollari, sono principalmente il risultato dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, che ha ridotto il valore di mercato dei titoli obbligazionari detenuti nei portafogli bancari. Queste perdite equivalgono al 15% del capitale azionario complessivo delle banche e limitano la loro capacità di generare utili in caso di vendita di tali titoli. La situazione è particolarmente critica per le banche regionali, che hanno meno flessibilità per gestire queste esposizioni rispetto ai grandi istituti bancari.


4. Prestiti immobiliari commerciali (CRE)

Il settore dei prestiti immobiliari commerciali (CRE) rappresenta un rischio significativo per il sistema bancario, soprattutto per le banche di piccole dimensioni. Queste ultime detengono circa il 70% dei prestiti immobiliari commerciali totali negli Stati Uniti, rendendole particolarmente vulnerabili ai cali nei valori immobiliari.

  • I prezzi degli immobili per uffici sono scesi del 26% rispetto al picco, riflettendo la debolezza del mercato immobiliare commerciale. Questo calo è attribuito all’aumento dei tassi di interesse e ai cambiamenti strutturali nel settore, come il passaggio al lavoro da remoto.
  • Il rischio è ulteriormente amplificato dall’elevata concentrazione di esposizioni in segmenti specifici, come gli uffici e i centri commerciali, che stanno affrontando una domanda stagnante.

5. Credito ai consumatori

Nonostante le difficoltà nel settore immobiliare commerciale, le banche mostrano una maggiore disponibilità a concedere credito ai consumatori. Tuttavia, emergono alcuni segnali di rischio:

  • I tassi di insolvenza su carte di credito e prestiti auto sono in aumento, segnalando potenziali problemi per i consumatori con un basso livello di reddito disponibile.
  • I tassi d’interesse sui prestiti auto e sulle carte di credito hanno raggiunto i livelli più alti dal 2008, il che potrebbe limitare ulteriormente la domanda di credito nel lungo termine.

D’altro canto, il miglioramento delle condizioni di accesso al credito è un fattore positivo per l’economia nel suo complesso, poiché stimola la spesa dei consumatori e supporta la crescita economica.


6. Depositi e funding

La pressione sui depositi bancari è stata significativa a seguito del crollo di SVB e First Republic Bank. Circa 300 miliardi di dollari sono stati ritirati dal sistema bancario da quando la Federal Reserve ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse. Questi fondi sono stati in gran parte trasferiti verso strumenti più sicuri, come i fondi del mercato monetario, che hanno attratto 1,5 trilioni di dollari.

Le banche regionali hanno affrontato le maggiori pressioni, con un aumento significativo dei costi di finanziamento. Al contrario, le grandi banche sono state in grado di trattenere una quota maggiore dei depositi grazie alla loro reputazione di stabilità e al supporto di un quadro normativo più favorevole.


7. Concentrazione delle esposizioni

Le banche con asset compresi tra 100 milioni e 10 miliardi di dollari mostrano una concentrazione particolarmente elevata nei prestiti immobiliari commerciali (CRE). Questa esposizione le rende vulnerabili a un deterioramento del mercato immobiliare, soprattutto in un contesto di calo dei prezzi e di domanda stagnante. La diversificazione geografica e settoriale è più limitata per queste banche rispetto ai grandi istituti, aumentando il rischio sistemico in caso di crisi.


8. Tassi d’interesse

L’aumento dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve ha avuto un impatto significativo sul settore bancario:

  • I tassi sui prestiti auto e sulle carte di credito hanno raggiunto i livelli più alti dal 2008, penalizzando i consumatori e aumentando il rischio di insolvenza.
  • L’aumento dei tassi ha contribuito alla riduzione del valore di mercato dei titoli detenuti dalle banche, generando perdite non realizzate e limitando la capacità delle banche di generare utili.

Nonostante ciò, i tassi d’interesse più elevati hanno anche offerto un’opportunità per le banche di aumentare i margini sui prestiti, soprattutto per quelle che sono state in grado di gestire efficacemente i costi di finanziamento.


Conclusione

Il comparto bancario statunitense si trova in una posizione complessa, con sfide significative legate ai prestiti immobiliari commerciali, alle perdite non realizzate e alle pressioni sui depositi. Tuttavia, esistono anche opportunità di crescita, come il miglioramento delle condizioni di credito ai consumatori e i maggiori margini sui prestiti derivanti dall’aumento dei tassi d’interesse. Le banche più grandi sembrano essere meglio posizionate per affrontare queste sfide grazie a una base di finanziamento più diversificata e a una maggiore capacità di attrarre depositi.

 

(Fonte: report sul settore di Apollo Global)